Nel Medioevo esisteva un paese, situato nella terra di mezzo tra due mondi, quanto diversi tanto potenti, da una parte l’Impero Ottomano di Maometto II e dall’altra parte il Regno dell’Ungheria e l’intero mondo cattolico, e questa paese si chiamava VALACCHIA.
Collocandosi al crocevia di tutti venti, per sopravvivere ha dovuto affrontare i nemici da tutte le parti, compreso quelli interni. Tutti avevano delle pretese circa il territorio del paese senza nemmeno prendere in considerazione l’antica esistenza del popolo valacco, affinché qualche regnante valacco si sia opposto a tutto ciò affermando la bravura del suo popolo. Uno di loro è proprio Voivoda Vlad II Basarab, ovvero Vlad Țepeș o Vlad l’Impalatore, come era chiamato dai turchi per colpa della pena dell’impalamento, in casa era chiamato Vlad “Drăculea”, che nella lingua romena medievale la terminazione “ea” significava il figlio di, nel nostro caso “il figlio di Dracul, mentre il soprannome Dracula è preferito dagli occidentali, con una connotazione negativa, in seguito al personaggio del romanzo di Bram Stoker.Vlad Dracul si chiamava suo padre per l’accetto nell’Ordine dei Dragoni istituita da Sigismondo di Lussemburgo.
Perché è rimasto famoso nella storia? Perché Vlad Țepeș crea un nuovo modello di regnante, totalmente atipico per la tipologia esistente.
Come prima cosa, per consolidare la sua immagine al livello internazionale, si crea la propria immagine di “grande regnante.” Per questo, Vlad impone un nuovo tipo d’immagine scioccante per il pubblico mirato, sia sul piano interno sia sul piano esterno. Le varie fonti raccontano in unanimità sull’ordine nel paese, la ferma ed efficiente amministrazione, sicurezza sulle strade, e soprattutto la presenza di un esercito di professionisti. Dalle leggende slave e tedesche si sono conservate nel tempo certe azioni intraprese da Vlad Țepeș nel suo programma di governamento: delle misure drastiche contro il furto; la promozione del lavoro e la punizione dei fannulloni; il primo programma di integrazione degli zingari , inserendoli nelle lotte contro i turchi; il primo programma di pulizia della società romena eliminando fisicamente i mendicanti; l’organizzazione di un commercio onesto; e sottomissione della nobiltà applicando delle misure drastiche ai traditori.
All’esterno del paese, Il principe Vlad, ha saputo correlare l’immagine del paese con il problema della sua difesa. Per imporsi e per “integrare” Valacchia nel contesto europeo ha preferito utilizzare principalmente le forme iconografiche, che sono state più adatte per un impatto garantito e che potevano essere decifrate con più facilità da un pubblico largo. In questo senso, egli ha utilizzato la sua immagine come arma psicologica, in qualità di buon intenditore delle mentalità sia cattolica sia islamica.
La dimensione diabolica era perfetta per l’ambiente cattolico impregnato di terrori satanici, quanto per il mondo islamico. L’esempio più eloquente era l’impalamento, pena che era prevista dalla legislazione tedesca, ma totalmente sconosciuta nel mondo islamico. L’impalamento aveva un sacco di connotazioni, e cioè, la pena aveva come conseguenza la decadenza dai diritti virili, di chi è stato punito, tramite il confesso del dolore. Inoltre, la posizione verticale, anormale, di colui chi era impalato portava all’attivazione della tradizione del “morto-vivo”, di origine orientale e molto presente nel mondo islamico.
Sembra che Vlad abbia amplificato al massimo la sua immagine diabolica proprio per risolvere asimmetria dei conflitti in cui era coinvolto. L’utilizzo della sua immagine come arma psicologica portava alla diminuzione della resistenza psicologica dell’avversario. L’azione principale intrapresa in questo senso è la tribolazione continua dell’avversario, che poteva consistere negli attacchi a sorpresa, le imboscate, incursioni nei campi dell’avversario, la privazione dell’acqua, cibo e sonno di essi, portando il nemico a uno stato avanzato di usura fisica e psichica. Il massimo dell’utilizzo delle procedure di guerra psicologica è stato toccato nella guerra del 1461-1462 contro i turchi.
Rimane un fatto interessante circa il personaggio di Vlad Țepeș e cioè, è stato lui ad attaccare l’Impero Ottomano e non il contrario, ma anche il famoso attacco di notte contro i turchi, in cui era riuscito a arrivare alla tenda del Sultano, ad ammazzarlo, ma purtroppo al suo posto c’era un altra persona. E’ stato un attacco in cui le vittime sono state all’incirca cento mila. Nonostante tutto, Vlad torna a casa ed è tradito dai boiari e viene imprigionato a Visegrad per ben quattordici anni. Anche se è stato l’unico ad affrontare ed a sconfiggere i turchi, la politica che governava l’Europa, uno spazio degli orgogli, non ha capito che l’unione fa la forza ed ha preferito ad agire separatamente con i risultati che la storia ci rivela. Se Vlad Țepeș fosse stato aiutato dall’Occidente oggi, la storia del nostro continente sarebbe stata ben diversa...
Bibliografia:
Stefan Andreescu, Vlad Țepeș Dracula, Editura Minerva, București, 1976
Vasile Lupasc, Răstignit între cruci I-II, Editura Ler, Târgoviște, 2013