Elena Ghica è nata a Bucarest il 3 febbraio 1828, come la figlia del grande “ban” Dimitrie Ghica (discendente dei vecchi regnanti) e di Caterina Ghica. Già da un'età molto precoce diventava sempre più visibile la sua intelligenza e talento, essendo considerata una bambina prodigio. A soli 10 anni conosceva nove lingue straniere ed a 14 anni traduceva l'Iliade di Omero dal testo originale in tedesco. A 16 anni, partecipava ad una mostra di arte figurativa a Dresda.
Ha studiato a Dresda e Vienna, ed a 21 anni ha sposato il principe russo Alexander Kolotov Massalski e si è trasferita a San Pietroburgo, dove ha stupito l’intera corte con il suo talento e le sue conoscenze. Durante la guerra di Crimea, ha espresso la sua simpatia per la cultura francese e inglese, ciò che ha attirato aspre critiche da parte della casa governatoriale.
A causa del dispotismo promosso dalla famiglia governatoriale, lascia il marito e si stabilisce in Svizzera, dove inizia a praticare l'alpinismo. Grazie al suo carattere ambizioso, nel 1855, salì sul picco Moench delle Alpi svizzere e fissa in cima il tricolore sul quale aveva ricamato con le sue mani il nome del suo paese, Romania. Nel 1860, scala anche Monte Bianco fissando in cima la bandiera tricolore ricamata da sua madre.
Dopo queste esperienze incredibili per una donna di quel tempo, si è dedicata alla letteratura, pubblicando sotto lo pseudonimo di Dora d'Istria. Ha scritto e pubblicato in sei lingue, che le conosceva perfettamente: francese, italiano, greco, russo, tedesco, inglese. E' stata interessata, in modo particolare, dalle tradizioni romene, soprattutto del folclore trasmesso dai rapsodi popolari, che gli chiamava i trovatori del popolo romeno. E' stata nota e famosa in tutto il mondo non solo per i suoi meriti letterari, ma anche per le sue idee femministe, per le quali ha lottato ed ha scritto molto.
Era uno spirito rivoluzionario, preoccupata dalla politica e dal sociale, lottando per un livello migliore di vita nei Balcani. Intratteneva una vasta corrispondenza con il rivoluzionario italiano Giuseppe Garibaldi, al quale gli proponeva, secondo i concetti di riforma di quei tempi, una federazione di stati indipendenti nei Balcani.
L’affascinante donna morì il 17 novembre del 1888, nella sua casa di Firenze, dove ha trascorso gli ultimi anni, lasciando dietro di sé una ricca eredità letterario, ma anche un aura spirituale, quella di una donna che ha superato la sua epoca, diventando quasi leggendaria.